La storia della famiglia Matano scritta da Daniela.


Linea paterna:
Rosario Pimpinella (trisnonno paterno) per motivi lavorativi andava e veniva dall'America e quando stava qui passava il tempo lavorando in uno stabilimento edilizio, mentre Emilia Testa (trisnonna) era casalinga; conosco ben poco di lei perchè morì molto giovane. Alessandro Pimpinella (bisnonno paterno) fu il primo ad aprire un ufficio di collocamento a Scauri, poi divenne sindacalista e nel tempo libero aiutava la famiglia a lavorare la terra. Giovanni Rubini (trisnonno) era uno "spacca pietre": rompeva le pietre lungo il suo cammino fino a formare la strada, mentre Antonia Camerota (trisnonna) era una casalinga e lavorava la terra. Angela Rubino (bisnonna) aiutava i genitori nella lavorazione della terra; ella visse la guerra del 1915-1918 oltre a quella del 1944, quando sfollarono a Maratea. Da Alessandro Pimpinella ed Angela Rubino nacque Emilia (nonna paterna) la quale è una casalinga e crebbe nella guerra del 1944 e, cacciati prima dai tedeschi e poi dagli inglesi, sfollarono da Tremensuoli e si rifugiarono a Maratea (Potenza); qui Alessandro Pimpinella (bisnonno) era il capo profughi. Dopo un anno ritornarono a piedi ed arrivarono a Sessa Aurunca (Caserta), dopodichè raggiunsero Tremensuoli in treno.
Dall'altro ramo genealogico c'è Erasmo Grella (trisnonno), il quale era un ferroviere a Sessa Aurunca, località Cascano (Caserta) e Concetta Iodice (trisnonna) che era casalinga. Amelia Grella (bisnonna) creava scope, ceste, borse con lo strame (una pianta con foglie resistenti e allungate che crescono sui monti [nome scientifico: Ampelodesma]. Paolo Matano (trisnonno) era un sarto ed un barbiere ed Alfonsa Gocchi (trisnonna), nonostante provenisse da una famiglia nobile, era casalinga; il figlio, Giuseppe Matano (bisnonno), era un bravo calzolaio, inoltre era il più bravo che c'era nella borgata di Cascano. Dal matrimonio di Giuseppe Matano ed Amelia Grella nacque Paolo Matano (nonno) il quale prima aiutò il padre nell'arte di calzolaio, dopodichè fece il muratore e come hobby aveva la passione di cantare alle feste in paese; ma le persone lo chiamavano anche per cantare nelle loro case per onorare qualche occasione particolare e così conobbe Emilia Pimpinella (nonna) e si sposarono. Nacquero sei figli tra cui papà (Sandro Matano), il quale è un piccolo imprenditore edile, ma prima di questo lavoro faceva il bagnino e poi intraprese la vita militare.
Linea materna:
Dei miei trisnonni materni non ho neanche un ricordo, di alcuni neanche i nomi, perchè morirono quasi tutti giovani e poi perchè i loro ricordi non vennero tramandati alle altre generazioni. Luigi Vinci (bisnonno materno) aveva una scuderia a Rombiolo (Vibo Valentia) e usava i cavalli non solo per passeggiare, ma anche per piccoli trasporti. Il cavallo preferito del mio bisnonno era tutto nero e si chiamava Mario; Elisabetta De Vita (bisnonna) era una piccola commerciante, vendeva noccioline ed arachidi al mercato del paese (Rombiolo) ed anche nei paesi vicini. Dal loro matrimonio nacque Teresa Vinci (nonna materna), la quale gestiva una piccola locanda, dove vendeva il vino, che le era stata ceduta dalla madre Elisabetta e dalla zia (Francesca De Vita); mentre Pasqualino Vinci (prozio) aiutava la madre.
Dall'altro ramo genealogico c'è Paolo Magnisi (bisnonno) il quale era un falegname di Messina; egli però morì molto giovane a causa di una malattia, mentre Concetta Boncaldo (bisnonna) lavorava in un ospedale di Messina, ma dopo un tragico evento, lasciò questo lavoro e divenne una bravissima sarta e lavorava in casa. Lei visse il terremoto a Messina (1908 ), dove le strade erano tutte bruciate a causa dell'eruzione dell'Etna, e quando finì il terrore, ogni tanto si vedeva una persona camminare sulle strade ormai distrutte dalla lava, che piangeva. Ella proveniva da una famiglia nobile e benestante, e quindi aveva la possibilità di fare tanti viaggi. Dopo il matrimonio di Paolo Magnisi e Concetta Boncaldo nacque Giovanni (nonno) che all'età di sei anni venne chiuso in collegio a Catania, mentre la sorella Grazia (prozia)a Palermo, perchè la bisnonna Concetta lavorava e nel frattempo accudiva il marito (Paolo) che era malato. A diciotto anni nonno uscì dal collegio dove imparò l'arte di lavorare il legno così divenne falegname. Costruì una giostra a Messina per i figli avuti da Teresa Vinci (nonna). Nonna ebbe nove figli tra cui Pasqualina (mamma). Quando nacquero tutti e nove, dalla Calabria si trasferirono a Scauri dove nonno lavorò come panettiere e mia nonna casalinga. Mamma iniziò a lavorare all'età di undici anni, praticando una varietà di mestieri, fino ad arrivare a oggi; ora è una casalinga e una madre di tre figli, tra cui io: Daniela Matano.
Daniela Matano

Commenti

Unknown ha detto…
Complimenti per il post! Molto dettagliato e "intrigante. Come potrai immaginare dal mio cognome, mi diletto a cercare a giro informazioni nel tentativo di ricostruire la storia della mia famiglia originaria di Sessa Aurunca (CE).
Litorale Tirrenico ha detto…
Tienimi aggiornato se trovi altre informazioni.

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