Le Feste religiose radicate negli animi della gente del Golfo di Gaeta (di Antonio Lepone*)

Feste popolari, Sagre paesane, Rassegne folkloristiche sono le allegre compagne delle nostre giornate estive. Classici appuntamenti, a cui pochissimi rinunciano. Si tratta di miti inossidabili che, nel rappresentare occasioni di ritrovo e di divertimento rafforzano l'antico legame tra l'uomo e la sua terra d'origine. Festival, Fiere, Celebrazioni Patronali pullulano in tutta l'area pontina ed, in particolare, nel Golfo di Gaeta e confermano il bisogno, ancora avvertito da qualsiasi Comunità, di ancorarsi a qualcosa in grado di offrire suggestioni e motivi di riflessione ed, ovviamente momenti di svago. Tradizioni intrise di cultura e di fede continuano oggi ad imporsi, sfidando le stagioni e mantenendo inalterati gli ingredienti di un tempo. Esperti e appassionati si affannano a studiare l'economia e a volte si affannano dinanzi all'impenetrabilità delle spinte motivazionali, in altri casi invece riescono a decifrare le basi ideali che li sorreggono. Nelle zone cui è forte il legame con la civiltà contadina prevalgono manifestazioni che rievocano il duro lavoro dei campi e la raccolta dei frutti: spiccano, nel comprensorio del Golfo di Gaeta, la "Sagra delle Regne", la festa dei covoni di grano in programma la seconda do-menica di luglio a Minturno, la Festa dell'Uva, allestita a metà settembre a Castelforte. Nei centri in cui è assente questo antico rapporto con il mondo agreste regnano, invece, solo le ricorrenze dei Santi Patroni che dominano la scena vivificando una religiosità popolare la quale riesce a vincere l'indifferenza quotidiana, l'approssimazione dei sentimenti, le degenerazioni del consumismo ed i tecnicismi dell'era telematica. Un esempio calzante è offerto dal coinvolgimento popolare, registrato ogni anno a Formia, in occasione delle Feste di San-t'Erasmo e di San Giovanni Bat-tista, a Gaeta dove spiccano le ricorrenze di Sant'Erasmo e della Madonna di Porto Salvo, ad Itri in coincidenza con la Natività di Maria SS. della Civita, a Scauri che celebra la Natività di Maria, a Tremensuoli la festa secolare di San Nicandro, a Castelforte che ricorda l'Addolorata o a Santi Cosma e Damiano che festeggia gli omonimi "anargiri". A che cosa è dovuto questo rinnovato e crescente interesse a seconda dei casi verso tali espressioni di fede e di cultura popolare? Una convincente risposta a tale interrogativo traspare dalle dichiarazioni rese dal dottor Nini Matteis, ex Presidente della Provincia di Latina, già Capo del Coreco pontino e sindaco di Formia, in un'intervista a me rilasciata anni fa: "io ed un mio amico sociologo, con una lunga militanza nel Comitato dei Fe-steggiamenti di San Giovanni, a Formia - ce lo siamo chiesti partecipando ai riti del 24 Giugno. Abbiamo convenuto che alla base di tali manifestazioni vi sia un sentimento religioso così radicato che si trasforma in elemento di forte coagulo di fronte alla labilità dei valori odierni ed alla penuria di riferimenti certi. Nel prendere parte alla Festa la gente si sente coinvolta in qualcosa che le appartiene. L'audience è in costante aumento e non c'è televisione che tenga". Un'analisi sintetica e puntuale, quella di Matteis, che da anni regala ai formiani suggestive memorie e sentite riflessioni nel pieghevole pubblicato in occasioni delle celebrazioni del Battista, momento vitale per la Città ed in particolare per lo storico rione di "Mola". Dunque, feste religiose e paesane come legame sociale. Questo lo spirito di chi partecipa e di chi allestisce, spesso con grandi sacrifici economici e di tempo (sottratto al lavoro ed alle famiglie che sovente si lamentano dell'assenza), simili appuntamenti che ricevono continui attestati anche da tutti coloro che vivono all'estero e si concedono, una volta l'anno, un breve soggiorno nella terra natìa. Queste iniziative costituiscono per qualcuno anche una fonte di sostentamento. Francesco Camillo, 54 anni, porta avanti a Castelforte, insieme ai suoi fratelli, una delle ultime fabbriche di fuochi d'artificio, esistenti nel Lazio Meridionale. Figlio d'arte, premiato più volte in gare pirotecniche regionali, è fiero del suo mestiere originale e rischioso. "Ogni giorno - dice Camillo - è pieno di insidie: dall'opera artigianale per la preparazione dei "botti" fino al momento magico dello spettacolo, con l'accensione delle batterie e l'applauso della gente". Alchimia con le polveri, giochi di colori e una buona dose di sangue freddo sono le costanti del pirotecnico, una figura professionale che nel mezzogiorno tira ancora, ma che rischia di estinguersi per la concorrenza dei "giapponesi tutto fare" e per il mutamento dei costumi. Le manifestazioni locali si rivelano anche un fenomeno economico, nel quale si inseriscono imprese commerciali e sponsor. Ecco il perché dei controlli sui vari budget, effettuati pure in provincia di Latina dalla Guardia di Finanza. L'intervento degli imprenditori è condizionato dai crescenti costi di allestimento (si parla di decine di milioni per ogni appuntamento di medio livello), ma impone, per quanto riguarda le feste religiose, un attento equilibrio tra i motivi ideali che le ispirano ed il rischio di degenerazioni e di contraddizioni, alimentate a volte dalla corsa sfrenata agli sprechi e dal desiderio di strafare e primeggiare, nutrito da qualche organizzatore. Pertinenti, allora, risultano gli appelli rivolti dai Pastori della Chiesa locale ai Comitati promotori, al fine di eliminare le spese da capogiro in tema di cantanti, luminarie e di giochi pirotecnici. Essi non mirano a cancellare la tradizione, ad annullare le connotazioni civili delle ricorrenze patronali o ad abolire i momenti di aggregazione. Religione e sana ricreazione possono convivere, grazie ad una ponderata analisi, attenta anche ai canali della solidarietà e della beneficenza. Ce lo dimostrano, nel comprensorio aurunco, esempi di diligente e moderata gestione dei fondi, raccolti dai "Masti di festa" attraverso la caratteristica "questua". Tale è il binario su cui viaggia il futuro delle manifestazioni popolari, eventi culturali e socio-spirituali, destinati ad avere lunga vita, ma anche spazi pieni di luce, suoni, colori e di fantasie, ancora in grado di entusiasmare. Occasioni di svago e di ritrovo non solo per i più piccoli, ma anche per i papà e le mamme che, con la scusa di condurci i figli, vengono poi scoperti a ballare in piazza, a spassarsela sulle intramontabili giostre o a gustare un'enorme nuvola di zucchero filato. "Oasi" dove è consentito essere e tornare fanciulli.

*scrittore e giornalista

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